Buongiorno lettori e buon lunedì

Purtroppo siamo tutti a conoscenza delle tragiche conseguenze del cambiamento climatico che si abbattono sulla nostra vita quotidiana.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ai danni causati da delle tempeste simil monsoniche che si sono abbattute sull’Est Europa per poi arrivare anche sul nostro territorio, portando disagi in zone già precedentemente colpite da questi fenomeni, prima tra tutte l’Emilia Romagna.

Per noi di Consorzio Gruppo Acquisti è impossibile non pensare alla Romagna, nostra terra natia, sia nel business sia nella vita privata.
Vedere da vicino l’alto prezzo che i cittadini e le imprese si ritrovano a pagare puntualmente ogni anno ormai ci porta a pensare cosa possiamo fare per offrire un supporto valido in questa situazione.

Si è parlato tanto nel corso del mese di settembre dell’introduzione di una polizza assicurativa obbligatoria per danni catastrofali per le imprese, il cui piano sembrerebbe essere pronto per entrare in azione a gennaio 2025.
Ma ha davvero senso?

Le perplessità sono varie.
Innanzitutto il costo della polizza. Sappiamo bene che la struttura portante dell’imprenditoria italiana è formata dalle piccole e medie imprese, dalle realtà locali e artigianali.
Una polizza complessa come quella di cui stiamo discutendo che deve prendere in considerazione ingenti danni che possono essere causati a fabbricati, terreni, macchinari, impianti e attrezzature industriali e commerciali non avrà certo un prezzo trascurabile per le piccole realtà che, non potendo sottrarsi all’obbligatorietà della polizza, vedranno una buona percentuale delle proprie risorse venire vincolata a tale spesa (senza contare eventuali spese aggiuntive relative alla stipulazione della polizza stessa).

La seconda perplessità riguarda la stabilità del sistema assicurativo nel momento in cui si ritroverà a dover supportare le aziende colpite dal maltempo.
E badate bene, non si tratta di un “se” ma di un “quando”. Secondo un’analisi svolta da Cerved l’introduzione della polizza obbligatoria per danni catastrofali
per le imprese aumenterebbe di più del doppio l’esposizione potenziale massima delle compagnie assicurative, che dai 790 miliardi di euro attuali arriverebbe alla spaventosa cifra di 1.701 miliardi di euro!
La stima si riferisce non tanto al valore commerciale dei beni bensì al valore di ripristino degli stessi, che è il valore effettivamente assicurato.
Nella disastrosa ipotesi in cui le compagnie assicurative si ritrovassero a far fronte a un pagamento collettivo di tale entità l’intero sistema collasserebbe e neanche un intervento dello Stato potrebbe salvare la situazione.
Anche perché, osservando i trend degli ultimi anni, il pagamento di somme ingenti per supportare le aziende colpite da maltempo non sarebbe un fenomeno raro o una tantum ma una nuova triste normalità con cui dovremo imparare a fare i conti regolarmente.

Infine la terza perplessità riguarda le tempistiche con cui le aziende inizierebbero a ricevere i benefici della polizza.
Facciamo riferimento a quello che abbiamo detto poco fa: l’Italia vive di piccole e medie imprese che nella situazione che stiamo descrivendo si ritroverebbero a vincolare una percentuale non trascurabile del proprio fatturato alla stipulazione della polizza assicurativa obbligatoria. Nel momento in cui diventi necessario per l’impresa sfruttare la propria polizza sarà difficile
contare sulla celerità delle compagnie assicurative.

Complici le lunghe tempistiche della burocrazia e le difficoltà legate alla determinazione di un danno alluvionistico, per nominarne uno, passeranno mesi prima che l’azienda si veda erogato il risarcimento.

Molte delle aziende colpite dall’alluvione in Romagna del mese scorso stanno ancora aspettando rate del risarcimento per l’alluvione del 2023.
Come può sopravvivere una piccola realtà in queste condizioni?
Purtroppo non c’è una risposta univoca così come non c’è una soluzione universale. Il sistema assicurativo a riguardo può essere senza dubbio implementato e migliorato ma le difficoltà intrinseche legate al cambiamento climatico e ai danni da esso causati non posso essere controllate. Dovendoci abituare a questa nuova normalità climatica sarebbe consigliabile che lo Stato italiano investisse più nella manutenzione e nella tutela del territorio per adattare le infrastrutture esistenti alle nuove necessità.
Ciò porterebbe anche ad una diminuzione del rischio assicurativo e del costo della polizza per le aziende.

Nel frattempo, oltre ad augurarci che il sistema si adegui alle nuove esigenze, noi di Consorzio Gruppo Acquisti possiamo essere di supporto nell’ottimizzazione dei costi assicurativi che l’azienda sostiene annualmente, per far sì che questi gravino sempre meno sul bilancio dell’azienda.

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