Buongiorno dal Magi Corner, è bello ritrovarvi qui per il nostro secondo lunedì mattina insieme.
Questa mattina vorrei spendere due parole su questa rubrica che ci accompagnerà nei prossimi mesi.

L’idea del Magi Corner nasce proprio di lunedì mattina. Un lunedì mattina in cui non riuscivo ad ingranare,
durante il quale il mio cervello faceva di tutto per pensare a qualsiasi cosa che non fosse il lavoro.
Non riuscivo a trovare una soluzione, poi mi sono chiesta: perché non provare a unire la mia dimensione
personale e la mia dimensione lavorativa?
Ognuno di noi ha parti di sé che pensa essere inutili sul posto di lavoro. A me ad esempio piace cucire; mi è
sempre piaciuta l’idea di creare qualcosa di mio partendo da una bozza di idea che si formava nella mia
testa nei momenti meno opportuni. Ed è quello che è successo quel lunedì mattina. Avevo un’idea. Volevo
usare la mia creatività sul lavoro, volevo sentirmi libera di dare un contributo che fosse mio, unico e che
esulasse da quelle che sono le mie mansioni ordinarie.
La maggior parte dei lavoratori (l’87.3% per essere precisi, secondo i dati della Censis-Eudaimon) crede
fermamente nel non fare del lavoro il centro gravitazionale delle proprie giornate, tanto meno della propria
vita. E nonostante io sia d’accordo con questa affermazione, ciò non vuol dire che l’impegno e l’interesse in
quello che si fa in ambito lavorativo debbano essere inferiori. Quanto può essere gratificante arrivare al
lavoro e fare solo ciò che è strettamente necessario? Cosa ci distingue da un automa che potrebbe essere
messo al posto nostro, nella nostra scrivania a fare esattamente quello che facciamo noi? Sono domande
che dovremmo iniziare a porci, specialmente se pensiamo alla rapida diffusione dell’intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale può aggiornare i fogli Excel, può rispondere alle mail e può essere operativa 24 ore
al giorno senza bisogno di pause, permessi e ferie. Però non è indipendente, non ha un ruolo proattivo, non
contribuisce con un insieme di idee originali. L’intelligenza artificiale non cuce. Non balla. Non ride.
Quello lo potete fare solo voi.
Quello che gli economisti definiscono “employee experience”, ossia tutto il capitale intangibile che ogni
persona porta con sé nel momento in cui entra in azienda costituisce circa il 70% del valore di mercato di
un’impresa. Ciò include il percorso formativo della persona, i suoi trascorsi personali, i posti che ha visto e
le persone con cui ha parlato. Per molti, me compresa, il posto di lavoro è il frutto di anni di studi,
formazione, scelte e tentativi. Il fatto che questi elementi vengano valorizzati è una priorità per i lavoratori
e decisivo per l’azienda; la quasi totalità dei lavoratori intervistati dalla Censis-Eudaimon (l’89.2%) infatti
ritiene fondamentale essere riconosciuti, ascoltati e presi in considerazione.

Per me questo si traduce nella creazione del Magi Corner ma assume una dimensione diversa per ogni
persona. D’altronde ognuno ha i suoi hobby e le sue passioni e anche se questi non portano un contributo
diretto all’azienda sono necessari per il benessere psicologico del lavoratore – e di conseguenza per la sua
performance e per l’andamento dell’azienda. Ma come può il datore di lavoro supportare il lavoratore
anche in questi ambiti? È più facile conoscere personalmente i propri collaboratori in aziende medio
piccole, dove si è in pochi e dove è più facile organizzare eventi aziendali o sessioni di team building in cui
emergono le vere passioni e la vera personalità dell’individuo. La situazione si complica al crescere delle
dimensioni dell’impresa.

Per fortuna gli imprenditori di oggi possono fare affidamento sul welfare aziendale per supportare il
lavoratore in tutte quelle attività che non rientrano nelle mansioni lavorative. Con welfare aziendale mi
riferisco all’insieme di servizi, erogazioni e prestazioni che viene riconosciuto ai lavoratori dall’azienda e che
ha lo scopo di supportare il lavoratore nelle sue esigenze di vita privata e personale con il fine di migliorare
il suo benessere e, quindi, la sua performance. L’esistenza del welfare aziendale non è un segreto, anzi, la
maggior parte dei lavoratori sa che cos’è e spera in un’introduzione o in un potenziamento del welfare
all’interno della propria azienda.

Esistono varie forme di welfare aziendale ma quella che fa al caso nostro dato l’argomento di conversazione
di oggi sono i buoni welfare. I buoni welfare funzionano come i buoni pasto ma possono essere utilizzati per
un paniere di beni e servizi molto più ampio, da articoli di abbigliamento a libri e accessori, passando per gli
articoli per la casa. In molti casi i buoni welfare sono distribuiti al lavoratore sotto forma di gift card
spendibile in una selezione di negozi, in modo che sia il lavoratore stesso a decidere come spendere il
proprio bonus. L’incremento del potere di acquisto del lavoratore e la libertà di spendere questi buoni per
le proprie passioni e i propri interessi contribuirà al miglioramento del rapporto lavorativo tra datore di
lavoro e lavoratore ma anche della performance del lavoratore stesso che si sentirà finalmente riconosciuto
ed ascoltato.
Per l’imprenditore però le buone notizie non sono finite qui. Infatti la spesa sostenuta per l’erogazione dei
buoni welfare è deducibile dal reddito di impresa secondo l’art. 95 comma 1 del TUIR.

Noi di Consorzio Gruppo Acquisti crediamo che sia fondamentale incoraggiare la crescita personale del
lavoratore oltre a quella professionale. Grazie al Magi Corner e ai buoni welfare che ricevo, io senza dubbio
mi sono tolta qualche sfizio e sto imparando tante cose nuove (considerando che di solito i miei buoni
welfare si tramutano in pile di libri in tempi record).
Non siamo gli unici a promuovere l’importanza della dimensione del welfare aziendale; il settore è in forte
crescita. Sono sempre di più i lavoratori che vedono questo servizio come requisito fondamentale del
proprio contatto di lavoro e sempre di più gli imprenditori che lo utilizzano come scelta strategica per
implementare la performance aziendale.
Allo stesso tempo ci rendiamo conto che il tema può essere implementato all’interno delle aziende italiane.
Per esempio, lo sapete che circa il 61.7% dei dipendenti crede che la propria azienda non sia attenta al
benessere psicofisico dei propri lavoratori mentre il 60.8% dei dirigenti crede che lo sia?
È quindi necessario aumentare le attenzioni dedicate a questo aspetto per colmare tale discrepanza. Noi
possiamo aiutarti a farlo e, grazie alla logica di gruppo, portare considerevoli risparmi nell’ambito del
welfare.

Se sei già parte del Consorzio Gruppo Acquisti contattaci per migliorare le condizioni di fornitura di questo
servizio in ottica di gruppo.
Se invece non sei ancora parte del Gruppo contattaci senza impegno per scoprire come abbattere i costi, e
non solo quelli relativi al mondo welfare.
All’interno del gruppo 330 aziende utilizzano questo servizio e si godono appieno il tempo libero!

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