Negli ultimi mesi, l’Italia e l’Europa intera hanno affrontato un’impennata dei prezzi dell’energia e del gas che ha messo in difficoltà famiglie e imprese.
Le cause di questo fenomeno sono molteplici, e le previsioni indicano che il problema potrebbe persistere nel futuro prossimo.
Analizziamo i dati più recenti, le cause principali e le possibili soluzioni per affrontare questa crisi energetica.

L’andamento dei prezzi: uno sguardo ai numeri

Secondo i dati pubblicati da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), nel primo trimestre del 2024, il costo dell’energia elettrica per la famiglia tipo nel mercato tutelato è aumentato del 12,7% rispetto al trimestre precedente.
Anche il gas naturale ha visto un incremento notevole, con un aumento del 9,9% nello stesso periodo.

Questi rincari sono riflessi anche nei dati di Terna, che ha riportato un aumento dei consumi elettrici in Italia del 4,5% a luglio 2024 rispetto allo stesso mese del 2023.
Il consumo totale ha raggiunto i 29,9 miliardi di kWh, con una distribuzione regionale che vede il Nord Italia in testa con un incremento del 6,2%, seguito dal Centro con un 3,8% e dal Sud con un 2,2%.
Il 90,8% della domanda elettrica italiana è stata soddisfatta dalla produzione nazionale, di cui una parte significativa proviene da fonti rinnovabili.
Tuttavia, il restante 9,2% è stato coperto da importazioni, evidenziando una dipendenza esterna che contribuisce alla vulnerabilità del sistema energetico nazionale.

Fonte: TERNA SPA

 

Gli aumenti dei prezzi dell’energia sono il risultato di una combinazione di fattori che hanno colpito il mercato energetico europeo in modo particolarmente grave.

  • Tensioni geopolitiche: Le tensioni tra Russia e Ucraina hanno ulteriormente complicato la situazione. L’Europa dipende fortemente dalle forniture di gas russo, e l’incertezza legata alla stabilità di queste forniture ha causato un aumento dei prezzi sui mercati all’ingrosso. L’instabilità geopolitica, che si è estesa alle tensioni in medio oriente, ha portato a un aumento dei costi di approvvigionamento, che si è poi riflesso sui consumatori finali.
  • Politiche ambientali e transizione energetica: Le politiche europee mirate alla riduzione delle emissioni di CO2 e alla transizione verso energie rinnovabili hanno avuto un impatto significativo sui prezzi dell’energia. L’aumento delle quote di CO2 e la riduzione delle fonti energetiche fossili, pur essendo passi necessari verso un futuro più sostenibile, hanno portato a una maggiore volatilità dei prezzi a breve termine. Inoltre, la produzione da fonti rinnovabili, come l’energia eolica e solare, è soggetta a variabilità stagionali che possono causare fluttuazioni nei prezzi.
  • Ripresa delle attività industriali energivore: Come evidenziato dai dati di Terna, la ripresa della domanda da parte delle industrie energivore, come la siderurgia e la chimica, ha contribuito all’aumento dei consumi elettrici. Questi settori, che avevano ridotto significativamente la loro attività durante la pandemia, sono ora tornati a pieno regime, aumentando ulteriormente la pressione sulla domanda energetica.

 

Ad Agosto 2024 il nervosismo del mercato ha riportato una crescita costante che non è abituale per un periodo in cui i consumi si affievoliscono (fonte GME):

Le previsioni per il futuro non sono rassicuranti. Gli analisti di settore prevedono che i prezzi dell’energia rimarranno elevati per gran parte del 2024, con possibili ulteriori picchi durante i mesi invernali,
quando la domanda di gas per il riscaldamento aumenterà. Alcuni studi indicano che i prezzi potrebbero stabilizzarsi solo nella seconda metà del 2024, a condizione che la situazione geopolitica si normalizzi e che le forniture di gas siano garantite.

Un elemento cruciale sarà l’evoluzione delle tensioni geopolitiche, in particolare per quanto riguarda la fornitura di gas dalla Russia.
Se la situazione non migliorerà, l’Europa potrebbe affrontare ulteriori aumenti dei prezzi, soprattutto in concomitanza con i periodi di maggiore domanda.
Inoltre, la transizione energetica continuerà a giocare un ruolo chiave. L’aumento delle quote di CO2 e le politiche ambientali volte a ridurre l’uso dei combustibili fossili potrebbero
mantenere i prezzi dell’energia su livelli elevati, almeno fino a quando non si raggiungerà una maggiore stabilità nelle fonti rinnovabili.

L’aumento dei prezzi dell’energia ha conseguenze significative per le famiglie italiane. Secondo i dati di ARERA, il costo medio dell’elettricità per una famiglia tipo è salito a circa 1.200 euro l’anno,
con un incremento di oltre 130 euro rispetto al 2023. Per il gas, l’aumento è stato di circa 80 euro l’anno, portando la spesa media annua a circa 1.100 euro.
Le imprese, in particolare quelle ad alto consumo energetico, stanno affrontando un aumento dei costi operativi che potrebbe avere ripercussioni sulla competitività.
Settori come la siderurgia, la chimica e il manifatturiero sono particolarmente colpiti, con alcune aziende che stanno valutando la possibilità di ridurre la produzione o trasferire parte delle operazioni in paesi con costi energetici più bassi.

In questo contesto, diventa cruciale adottare strategie per mitigare l’impatto degli aumenti dei prezzi dell’energia. Per un’azienda diventa fondamentale avere un quadro del mercato periodico ed un’analisi puntuale sull’andamento dei prezzi.
È questo uno dei ruoli principali del Consorzio Gruppo Acquisti, elabora i dati storici con gli avvenimenti geopolitici per dare una fotografia più concreta sulla strategia da adottare in ambito energetico.
Tutto questo è affiancato da un continuo monitoraggio che permette al consorziato di avere una posizione tranquilla sul mercato, non avendo deficit concorrenziali con i propri competitors.

L’aumento dei prezzi dell’energia e del gas è un fenomeno complesso, causato da una combinazione di fattori economici, geopolitici e ambientali. Le implicazioni per le famiglie e le imprese sono significative,
e richiedono una risposta strategica per mitigare gli impatti a breve termine e prepararsi per un futuro energetico più sostenibile.

In conclusione, l’aumento verificatosi a Luglio che ha come maggiore causa la crescita dei consumi delle imprese energivore dovrà essere verificato con i mercati di Agosto e Settembre.
Qualora il mercato continui questo trend di crescita, consolidando un trend rialzista è necessario valutare qualche opzione per il periodo invernale.
Rimane comunque fondamentale avere sempre un occhio sul mercato energetico che negli ultimi mesi ci aveva abituato ad una buona stabilità.

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